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mercoledì 11 luglio 2012

Sarde a beccafico.. ieri, come oggi


Amici, rieccomi dopo mesi di latitanza dal blog, dal lavoro, da una serie di cose che scandivano il ritmo quotidiano delle mie giornate e che mi sono mancate terribilmente. Rientro quando quasi tutti vanno in ferie, abbassano le saracinesche, staccano gli spinotti e chiudono il gas, io, invece, lo riapro. Lo faccio soltanto per un periodo, perché tra non molto, quando il piccolo cucciolo che porto dentro deciderà finalmente di raggiungerci (settembre), sarà necessario fare un’altra breve sosta. Ma adesso, Minosse e anticicloni a parte, che non rendono semplice la vita a nessuno, figuriamoci ad una col pancione di 8 mesi, ho un pochino di forze e vorrei impegnarle per preparare qualcosa di tipicamente siciliano ed estivo.

Il tema del post sono le sarde: pesce che abbonda nel Mediterraneo, versatile ed economico. Il che di questi tempi non guasta, come non guastava in passato, quando in Sicilia la cucina povera le preparava “a beccafico” imitando la versione “ricca” degli involtini preparati con la carne (troppo cara) sostituita con questi pesciolini. Il beccafico era ed è, infatti, un piccolo e pregiato uccellino dalla carne tenera e gustosa, appunto ghiotto di fichi, molto apprezzato sulla tavola dei nobili e servito con la ricca coda di piume all’insù. Il popolo, non potendosi permettere tale prelibatezza, elaborò la versione low cost, diremmo oggi, imitando, almeno nell’aspetto, il piatto più pregiato. Involtini di sarde ripieni con “mollica, passolina e pinoli” e la coda all’insù!

P.s.:Il mio amore però, colto da fame improvvisa e ammonito dal divieto di mangiare anche solo un pezzetto di sarda prima di scattare le foto, non avendo letto la storia, ha disposto le sarde con la coda verso il basso e …click!. Lo perdoniamo ugualmente, vero?!

giovedì 2 febbraio 2012

Vermicelli con broccolo in tegame


Ho voluto “italianizzare” questa ricetta per presentarla ad una raccolta di piatti a base di pomodoro organizzato dalla Cirio, che ringrazio per il gentile omaggio della selezione dei suoi prodotti migliori che mi ha inviato per Natale. In realtà, per chi è siciliano come me, questo piatto tipico della cucina popolare palermitana ha un altro nome: “vruoccolo arriminato”.. cioè broccolo mescolato. Si tratta di cavolfiore verde cotto in tegame con tanti altri ingredienti che lo rendono molto gustoso soprattutto se spolverato con una buona manciata di muddica atturrata, ovvero pangrattato tostato. No, il blog non si è trasformato in una scuola di siciliano, ma vorrei evitare di essere presa nuovamente per straniera in casa mia, come già successo una volta (qui) :D
Baciiiiiiii

martedì 22 novembre 2011

Casa Barilla e i miei spiedini di bucatini con zucchine e guanciale


Domenica ore 9.30: “Finalmente stamattina non c’è stata la sveglia che urlava nell’orecchio” ho subito pensato, la casa era avvolta da uno strano silenzio che, per chi come me abita nel centro storico di Palermo, sembrava quasi irreale. Il rumore del 101 che fa tappa alla fermata sotto casa è stato sostituito dal cinguettio degli uccellini e dallo scampanellio delle biciclette a passeggio durante questa bella domenica di sole. E’ stato subito chiaro che non era una giornata ordinaria e la conferma è arrivata quando, giunta in soggiorno, ho trovato la colazione preparata dal maritino con un cioccolatino a forma di cuoricino su un biglietto con scritto: “Alla blogger più brava del mondo”. “Wow! Se sto ancora dormendo non svegliatemi”, ma ero sveglia! Ho realizzato presto che era arrivato l’appuntamento con Casa Barilla e la Blogger Cup, una sfida tra 4 foodblogger che si sarebbero giocate la finale a Roma. 

Una volta arrivati, dopo i non piacevoli tre quarti d’ora di fila per entrare con pagamento dei biglietti annesso (il ricavato almeno andava in beneficienza), la permanenza dentro lo stand è stata ai limiti della sopravvivenza! :) Caldo tropicale e un numero di persone pari a quello presente sulla curva nord dello stadio per il derby contro il Catania! Nonostante gli ingredienti a sorpresa per la sfida fossero per monoporzioni, dopo 30 minuti abbiamo servito 6 piatti degustazione per la giuria e un piatto di presentazione (miracolo della moltiplicazione dei  pani e dei pesci).  La gara è stata veloce come lo siamo state noi a tagliare la corda a competizione finita senza concederci neanche il tempo di due chiacchiere. No, se ve lo state chiedendo, non ho vinto :), ma non ho avuto neanche un pacco di bucatini come premio di consolazione. La giuria (in realtà erano 2, per cui più che una sfida a 4, sono state 2 sfide da 2) ha incoronato Fabiola, a cui va il mio grande in bocca al lupo per la finale!

Il pomeriggio non lascerà un ricordo indelebile nella mia vita, ma sono felice del piatto che ho realizzato, dei complimenti ricevuti dallo chef Roberto Bassi, davvero simpatico e accogliente e dell'affetto dei miei amici che hanno sfidato quanto sopra per essere presenti a fare il tifo per me! Eccovi i miei spiedini di bucatini, come li ha definiti lo speaker durante la sfida. Bucatini che infilzano guanciale e zucchine, per dar vita ad una meravigliosa collana con perle di gusto che non sfuggiranno dalla vostra forchetta :)


lunedì 31 gennaio 2011

Tortino di triglie su salsa di cedro



Qualche triglia bella fresca, un profumato cedro di campagna, un po’ di finocchietto selvatico e la voglia di accostare armonicamente questi sapori per preparare un secondo diverso dal solito, danno vita a questo meraviglioso tortino di triglia e patate di cui vado fiera. L’operazione che richiede maggiore attenzione e pazienza è la pulizia delle triglie che devono essere deliscate bene senza danneggiare l‘integrità del filetto. Visto che si trattava di un “lavoro di precisione” a pulire il pesce ci ha pensato lui, l’insostituibile fotografo-aiutocuoco, ricompensato per la preziosa collaborazione con una doppia razione di tortino!

mercoledì 6 ottobre 2010

Lasagnette con gli sparacelli







Lo sparacello?! (cos’è l’avevo spiegato qui). Allora siamo in autunno! Non me ne ero accorta fino a stamattina, quando al mercato tra melograni rossi, enormi grappoli d’uva e le prime arance, ho visto il mio adorato sparacello che collego inevitabilmente all’autunno. Eppure Il sole regala alle nostre giornate un tepore che ci consente di indossare i vestiti “estivi” e di godere pienamente di questo periodo dell’anno. Felice di avere la mia verdura preferita e una bella temperatura, sono tornata a casa e mi sono messa all’opera, preparando un piatto, molto diffuso sulle nostre tavole.

Ingredienti per 4 persone: 320 g di lasagnette (di spaghetti non ne avevo!), 1 sparacello, 3 acciughe sott’olio, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaio di pinoli, 1 cucchiaio di uvetta sultanina, 3-4 cucchiai di pangrattato, olio, peperoncino, sale.

1. Pulisci e lava lo sparacello, taglia le cime e lessale in acqua salata con un cucchiaio d’olio per circa 8-10 minuti. Con una schiumarola togli le cime (saranno ancora un po’ croccanti) scolale e tienile da parte. Non buttare l’acqua di cottura, poiché servirà a cuocere la pasta, quindi portala ad ebollizione.
2. In una padella capiente versa un filo d’olio e fai abbrustolire un po’ di pangrattato con un pizzico di sale e ad operazione terminata, togli dalla padella e metti da parte. Sempre in un filo d’olio fai rosolare l’aglio, poi i pinoli e le acciughe schiacciandole con una forchetta. Aggiungi le cime di sparacello, l’uvetta, un pizzico di sale e di peperoncino, un po’ d’acqua di cottura e fai amoreggiare il tutto per qualche minuto.
3. Nel frattempo lessa la pasta, scolala e saltala in padella con il condimento. Servi, spolverando ogni piatto con il pangrattato tostato.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Provare per gustare.

giovedì 15 luglio 2010

Spiedini di polpette di melanzane


Carissimi, vi confesso che in queste settimane sto godendo pienamente delle lunghe ferie che ho a disposizione, inaugurando una serie di ingredienti che col trascorrere dell’estate raggiungono il loro massimo splendore. Due giorni fa, al mercato della vucciria, mi sono lasciata travolgere dal fascino di un cesto di melanzane che, complice un meraviglioso gioco di sole e ombre, sembravano proprio dire “aspettavamo te” :)
Per non entrare nel merito della varietà della melanzana, io ho usato la cosiddetta tunisina, per intenderci quella rotonda e viola. Con queste melanzane ho deciso di preparare un piatto seguendo lo spirito popolare che animava ed anima il centro storico di Palermo, utilizzando ingredienti diffusi ed economici che non mancano in nessuna casa. Eccovi i miei spiedini di polpette di melanzane.

Ingredienti: 3 melanzane grandi, 5 cucchiai di pangrattato, 2 uova, 50 g di parmigiano grattugiato, qualche foglia di basilico, 40 g di pinoli, 1 cucchiaio di farina, sale e pepe, olio per friggere.

Taglia le melanzane a cubetti dello spessore di 2 cm, cospargili di sale e lasciali a scolare per circa mezz'ora. Passali sotto l'acqua e lessali per 15 minuti. Scolali e strizzali bene. In una ciotola mescola i cubetti di melanzane con le uova, il basilico, il parmigiano, i pinoli, il basilico tagliuzzato, il pangrattato, la farina, il sale e il pepe. Amalgama il tutto e forma delle piccole polpette. Friggile in olio ben caldo e servile infilzandole in uno spiedino alternando con le foglie di basilico.

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